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  • Editoriale



    di
    Alessandro Vaccarone


    ARTE E DESIGN - Pagina precedente
    Artisti tra di noi. Cerchiamoli, parliamo
    con loro, parliamo di loro


    Chi ha avuto la fortuna di nascere in un paese come l’Italia, che vanta un paesaggio bellissimo e ancora in gran parte intatto e che possiede il più grande patrimonio culturale del mondo, ha la naturale inclinazione a convivere con espressioni artistiche anche nella vita quotidiana.

    Siamo così abituati allo splendore che ci circonda che quasi quasi ci meravigliamo di fronte a persone che vengono da fuori e che ammirano con religioso rispetto le molte testimonianze artistiche che per noi fanno parte di un immaginario quotidiano.


    Forse nessuno conosce con esattezza il numero di opere d’arte delle quali il passato ci ha fatto dono, ma la lunga storia che l’Italia ha alle spalle ci dice perché abbiamo ereditato un patrimonio così vasto e ricco.
    In fondo il testo completo che sta sul cornicione del Palazzo della Civiltà Italiana, il cosiddetto Colosseo quadrato a Roma, recita il vero: un popolo di poeti di artisti di eroi di santi di pensatori di scienziati di navigatori di trasmigratori.
    Di solito si nominano solo i poeti, i santi e i navigatori, ma gli artisti italiani del passato sono stati così tanti che era inevitabile ereditare una tale quantità di opere d’arte.

    Quello che oggi consideriamo il nostro patrimonio artistico deriva anche dalle opere di artisti che all’epoca si consideravano artigiani, o poco più, abituati a lavorare alla bottega di qualche grande, magari incaricato di arredare la casa di un ricco, di approntare la cerimonia di matrimonio della figlia del granduca, di fare ritratti di circostanza alle ragazze in cerca di marito.
    Oggi, per un arista uscire dall’anonimato sembra più difficile che in passato, nonostante l’ampliarsi dei mercati e la loro apparente accessibilità.

    Ma il mercato dell’arte è di fatto un corto circuito presidiato da critici, galleristi e collezionisti che decidono chi deve vivere e chi invece deve soccombere, a prescindere spesso dal valore vero dell’artista e delle sue opere.
    Per quanto ingiusto possa apparire, la comunicazione conta forse più della capacità creativa di un artista contemporaneo.
    Già, anche l’arte è divenuta prodotto, come ogni cosa che ci circonda, costringendo gli artisti a sottostare alle regole della distribuzione, pena un anonimato che il narciso che sta in ognuno di loro non tollera sempre di buon grado.

    Ebbene, abbiamo immaginato che lo scopo dei doni che la storia del nostro paese ci ha lasciato sia dare agli artisti contemporanei – a quelli bravi e agli esordienti specialmente – la possibilità di tramandare a loro volta se stessi e il frutto delle proprie intuizioni.
    Ed è per questo che cerchiamo talenti e collaborazioni con tutti coloro che hanno l’incommensurabile dono di rappresentare istanze dell’anima, tradotte in immagini, forme, armonie di note e parole, con ogni tipo di artista insomma.

    Sul sito del nostro magazine la sezione ARTE già espone le opere dei primi artisti che abbiamo il piacere di presentare, unitamente alle loro opere. Cercheremo altri artisti vicino a noi, parleremo con loro e di loro, li segnaleremo a tutti coloro che desiderano offrire opportunità senza che il profitto inquini il nostro istinto per un nuovo mecenatismo.


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